MITOLOGIA e BONIFICA
Gli
architetti dell'economia atlantica, con la loro formazione classica, trovarono
in Ercole - il mitico eroe dell'antichità che si conquistò l'immortalità
compiendo le dodici fatiche - un simbolo di potenza e di ordine. Le fatiche di
Ercole erano il simbolo dello sviluppo economico: non solo il disboscamento del
territorio, la bonifica delle paludi e lo sviluppo dell'agricoltura, ma anche
l'addomesticamento degli animali, l'istituzione del commercio e l'introduzione
della tecnica.
Seconda
fatica: L' idra di Lerna
Gustave Moreau |
La
seconda fatica di Ercole fu di liberare la regione della città di Argo da
questo serpente gigantesco, acquatico che faceva stragi di greggi e
colture e uccideva col fiato uomini. Aveva il corpo di cane e nove teste di
serpente tra cui una immortale. Ora, la natura pericolosamente varia del
drago ben si adatta ad un luogo altrettanto pericoloso e vario, la palude, dove
si mischiano acqua e terra, dove possono apparire fuochi fatui e dove è malsana
e pericolosa perfino la stessa aria. Era inattaccabile e l’inutilità della
lotta, eccetto per Eracle, era rappresentata dal fatto che, al posto di ogni
testa tagliata ne ricrescevano due.Eracle uccise dapprima un granchio
gigantesco, custode del luogo, poi, nella lotta, fu aiutato dal nipote tebano
Iolao, che bruciò le ferite con tizzoni ardenti per evitare che ricrescessero
le teste. Alla fine riuscì a recidere la testa immortale.
Spesso
se ne interpreta l’uccisione come la bonifica di un territorio, cioè con il suo
prosciugamento e con l’irregimentazione delle acque.
Sesta fatica: le stalle Di Augia
Augia, figlio di Helios era re sulla costa
occidentale del Peloponneso e possedeva il più ricco allevamento del mondo. Il
suo regno era una signoria del Sole deponente, il mondo degli Inferi . Euristeo
ordinò ad Eracle di recarsi là e di liberare le stalle di tutto il paese dal
letame che appestava l’aria del Peloponneso. Questo lavoro doveva essere
compiuto in un solo giorno. Infestate da un letame trentennale che Ercole
bonificò deviando il corso dell'impetuoso fiume Alfeo.
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